Elena Dementieva, il fiore di loto russo
Il primo esame Elena Dementieva lo sostiene a sette anni quando, nel novembre del 1988, la madre l’accompagna alla polisportiva del CSKA di Mosca per sostenere un provino di ammissione. Mamma Vera, un’insegnante di letteratura russa con il pallino del tennis al punto da far leva su alcuni trascorsi con la racchetta per ottenere un brevetto d’insegnante, non riceve però la risposta sperata: “sua figlia è troppo alta per diventare una campionessa”. Tornate a casa entrambe in silenzio, la figlia per indole, la madre per la delusione, a cena quest’ultima informa il marito, Viatcheslav, che di mestiere fa l’ingegnere, del responso negativo. Lui non se ne fa un cruccio; probabilmente ritiene che quella figlia alta sì, ma anche tanto intelligente e introversa, che a scuola ha il massimo dei voti e quando gira per casa ha sempre un libro in mano, meriti di inseguire sogni più nobili piuttosto che faticare su un campo da tennis.
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