Doris Hart, la signora dei tris

Da bravo fratello maggiore Bud Hart ha sempre avuto a cuore la sua sorellina; ragione in più che, ad appena dieci anni le viene diagnosticata una grave osteomelite al ginocchio destro; un’infezione che colpisce sia l’apparato osseo che la cavità midollare. In famiglia imperversa la preoccupazione, tra l’altro un medico mette al corrente i genitori di come nel tempo la malattia potrebbe degenerare fino a rendere necessaria l’amputazione dell’arto. Per questo motivo mamma e papà pensano che quell’impedimento spronerà la figlia a dare il meglio di se’ riversandosi nello studio. Bud però non è dello stesso parere, ritiene che un po’ di sport, se fatto con moderazione, potrebbe farle un gran bene. E così, di nascosto dai genitori, le procura una racchetta e la porta con se’ al circolo tennis che è solito frequentare a Saint Louis. Di lì a sei mesi Doris si ristabilisce, dopo due anni inizia a batterlo con regolarità. Quella bambina, Doris Hart, sarebbe diventata una delle tenniste più vincenti tra la fine degli anni ’40 e la prima metà degli anni ’50.

Nata a Saint Louis il 20 giugno del 1925, Doris è una valida studentessa dell’Università di Miami quando nel 1946 raggiunge la sua prima finale in una prova del Grande Slam, all’US Open, dove viene battuta dall’esperta Pauline Betz Addie. L’anno dopo si riscatta a Wimbledon vincendo il titolo nella specialità di doppio femminile insieme alla connazionale Patricia Tood, rea di averla sconfitta il mese prima nella finale dell’Open di Francia. L’anno dopo, a Wimbledon, raggiunge la finale pure nel singolare ma cede al termine di un altro derby a stelle e strisce contro Margaret Osborne duPont. Per vincere il secondo Slam, sempre in doppio, la Hart deve attendere il Roland Garros del 1948, sempre con la Todd. Il gioco costantemente proiettato all’attacco di Doris le regala la prima grande soddisfazione in singolare all’Australian Open del 1949 quando batte la tennista di casa Nancye Wyne Bolton. La statunitense si aggiudica anche il torneo di doppio misto insieme all’aussie Frank Sedgam, mentre non le riesce il tris nel doppio femminile.

Se quando iniziò a praticare il tennis non poteva investire troppe energie nella corsa, crescendo Doris avrebbe mantenuto un certo timore negli spostamenti. Per questo motivo il suo era un tennis fatto di cambi di ritmo, tocchi morbidi e un uso metodico di palle corte. Nel 1950, sempre a Melbourne, arriva nuovamente a un passo dal compiere l’impresa; si ripete in coppia con Sedgman e vince il doppio femminile insieme a Louise Brough, ma sarà proprio quest’ultima a soffiarle la vittoria in singolare. Al Roland Garros dello stesso anno, Doris vince sia in singolare, dove si vendica dell’ex partner Patricia Todd, che in doppio insieme a Shirley Fry, con cui da vita ad un sodalizio che regalerà loro ben 11 prove del Grande Slam.

Nel giugno del 1951 sarà proprio la Fry a negarle la tripletta di successi al Roland Garros, battendola nella finale del singolare, ma a Wimbledon, Doris Hart conquista i tornei di doppio insieme ai soliti Fry e Sedgman, mentre nel singolare ha la meglio su Shirley per 6-1 6-0. Una stagione d’oro per l’americana che conquista altri due Slam all’US Open in doppio, portando a sette il conto dei Grandi Titoli vinti in un anno. Nel torneo Newyorkese la Hart raggiunge la finale anche nel singolare dove a fermarla ci pensa la trentaduenne Margaret Osborne duPont. Al secondo turno però, fa proprio un incontro che le consentirà di passare alla storia anche per essere una delle due tenniste capaci di battere Maureen Connolly, allora sedicenne, in una Prova del Grande Slam.

Il 1952 porta in dono un’altra tripletta, questa volta sulla terra battuta di Parigi. Gli attori protagonisti non cambiano: nel singolare Doris batte con un doppio 6-4 la Fry, anch’essa arrivata in finale in tutte le specialità. A Wimbledon, sempre nel 1952, arricchisce il suo palmares con i titoli di doppio e doppio misto. Chiude la stagione in bellezza Doris che, all’US Open disputa tutte e tre le finali, perdendo solo quella del singolare contro Maureen Connolly per 6-3 7-5.

Nel maggio del 1953 Doris si presenta al Roland Garros con un nuovo compagno, l’elegante Vic Seixas, ma non cambia l’esito finale rappresentato dal terzo titolo parigino per quanto riguarda il misto. La Hart incamera anche il quinto sigillo nel doppio femminile, ma nella finale del singolare Maureen Connolly le chiude la porta in faccia. Una storia che si sarebbe ripetuta implacabilmente sia a Wimbledon che all’US Open. Si narra che Doris non prese bene l’ascesa di quella terribile ragazzina al punto da appellarla come brutta mocciosa. In realtà pare ormai accertato che quell’appellativo altro non fosse che una farsa messa su dall’allenatrice della Connolly, la perfida Eleanor Tennant, per spronare la sua protetta. L’anno dopo ancora il team Hart-Fry subisce una cocente sconfitta nella finale del Roland Garros dal duo Brough-duPont, mentre nel misto conquista il titolo insieme a Seixas battendo proprio la duPont spalleggiata da Ken Rosewall. Nel settembre del 1954 Doris Hart realizza un tris storico: oltre ai titoli di doppio insieme a Shirley Fry e Vic Seixas, dopo cinque finali perse, batte Louise Brough e iscrive il proprio nome nell’albo d’oro del singolare. Grazie a questo strepitoso triplo trionfo, Doris Hart diventa la prima tennista della storia a siglare il Super Slam; ovvero a conquistare nei quattro tornei dello Slam il titolo in tutte le specialità.

Prima di ritirarsi, nel 1955 continua a mietere successi vincendo il doppio misto a Wimbledon e sfiorando un’altra tripletta all’US Open dove si impone sia nel singolare su Patricia Ward, che e nel misto con Seixas, ma nel doppio femminile lei e Shirley Fry vengono sconfitte dalle guastafeste Louise Brough e Margaret Osborne DuPont.

Riassumendo, la straordinaria carriera di Doris Hart è scandita da 35 titoli del Grande Slam, 6 in singolare, 14 nel doppio femminile e 15 nel misto. Stabile tra le prime dieci giocatrici del mondo per una decina d’anni, è salita sul gradino più alto del ranking nel 1951. Dopo aver girato il mondo come tennista, Doris si è dedicata all’insegnamento, ha vissuto l’onore di essere inserita nell’International Tennis Hall of Fame, non si è mai sposata, non è mai entrata in empatia con il tennis del nuovo millennio, mentre al contrario, ha continuato a tessere le lodi di quella mocciosa che le ha rallentato la corsa nei suoi anni d’oro: «Maureen era quanto di più simile alle professioniste che nel tempo si sarebbero susseguite. Cercava le righe e le colpiva la maggior parte delle volte, spesso nei punti importanti. Molti pensavano fosse spesso accompagnata da una buona stella, ma la verità è che possedeva una capacità di concentrarsi sconosciuta ai nostri tempi. La sua non era nemmeno fiducia, era determinazione: a prescindere dal punteggio, sentiva che lei era sempre in vantaggio»; finché il 29 maggio del 2015, ormai cieca, ha salutato quel mondo in cui ha lasciato un’impronta indelebile.

Doris Hart Wimbledon
‘Little Mo’, Maureen Connolly e Miss Doris Hart – AP Photo/John Rider-Rider