Gli amanti, il bacio della morte di Magritte

René François Ghislain Magritte nasce il 21 novembre del 1898 a a Lessines, una piccola città a Ovest di Bruxelles. Primo nato di tre fratelli, il padre Léopold era un sarto che commerciava in tessuti, mentre la madre, Régina Bertinchamps, era una cappellaia. È il 1912 quando la famiglia si trasferisce a Châtelet, un paese tranquillo attraversato dal fiume Sambre, ritenuto dal capofamiglia il luogo ideale affinché la moglie superi i disturbi mentali che da tempo la affliggevano sfociati in un forte depressione. Leggenda, a onor del vero mai verificata, vuole che nell’autunno dello stesso anno René Magritte fosse in sella alla sua bicicletta quando vide degli uomini intenti nelle operazioni di recupero di un corpo dalle acque melmose del Sambre. Si trattava di una donna, la cui testa era rimasta avvolta nella camicia da notte. Non solo: quel corpo apparteneva alla madre che, fuggita dalla camera in cui viveva ormai segregata, aveva cercato la morte. Una visione che avrebbe ossessionato il giovane Magritte al punto da influenzarlo in tre suoi capolavori: “Storia centrale”, “Le fantasticherie del passeggiatore solitario”, e soprattutto “Gli amanti”.

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